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Marina Testino - #HouseOfMolteni

2019.12.28    -    EPISODIO #8

Marina Testino

NYC | Direttore Creativo

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Vi presentiamo Marina Testino, l'ottava ospite della seconda stagione di #HouseofMolteni. Giovane e talentuosa, ha una passione per le arti e il design.

2019
28.12

EPISODIO #8

Marina Testino

NYC | Direttore Creativo

Vi presentiamo Marina Testino, l'ottava ospite della seconda stagione di #HouseofMolteni. Giovane e talentuosa, ha una passione per le arti e il design.

1 | Hai vissuto in Francia, in Inghilterra e in Spagna e ora vivi negli Stati Uniti, sempre con un forte legame con il contesto di riferimento peruviano. Che influenza ha avuto il fatto di vivere fin da giovanissima a contatto con culture diverse?

1 | Hai vissuto in Francia, in Inghilterra e in Spagna e ora vivi negli Stati Uniti, sempre con un forte legame con il contesto di riferimento peruviano. Che influenza ha avuto il fatto di vivere fin da giovanissima a contatto con culture diverse?

Vivere in tanti posti diversi mi ha effettivamente aiutato a maturare e a crescere come persona e anche a prendere consapevolezza di culture differenti fin da bambina, imparando a conoscere popoli, religioni e cibi diversi. Tuttavia mantengo un forte legame con il Peru, il paese d’origine di mio padre e dove torno una volta all’anno per Natale. Per me è un posto speciale. La gente è molto aperta e felice, anche se non ha nulla. Credo di aver imparato molto da quelle persone, imparato ad apprezzare e a essere grata per ogni cosa che ho, in particolare il fatto di vivere in una metropoli come New York o anche quando viaggio e mi rendo conto che ci sono persone non così fortunate come me. Senza dubbio viaggiare ha cambiato la mia prospettiva.

2 | L’arte è una tua grande passione. Da dove viene questo amore e che significato ha?

Fin dall’infanzia vivo circondata dall’arte. La mia famiglia colleziona oggetti d’arte e io stessa ho frequentato corsi d’arte fino a 18 anni. Purtroppo non sarò mai un’artista, anche se ho ci ho provato con ogni mezzo! Continuo comunque a circondarmi di artisti e a lavorare con persone creative, a servirmi dell’arte per lanciare dei messaggi e per accrescere la consapevolezza di vari temi, come per esempio la sostenibilità. Sono convinta che l’arte sia un mezzo potente per raggiungere questo scopo.

3 | Quale è stato il tuo primo rapporto con la fotografia?

Anche la fotografia fa parte della mia vita fin dall’infanzia. Mio zio è un fotografo e mio padre un agente, e a cena parlavano sempre di riprese di moda, di campagne, di nuovi talenti. Qualcuno pensa che sia anch’io una fotografa, ma non sono ancora in grado di lavorare veramente con una macchina fotografica. Forse presto ci arriverò, ma per ora non sono una fotografa. Il mio ruolo è quello di responsabile creativa, che propone dei concetti e che produce delle riprese fotografiche.

4 | Parlaci del tuo marchio Point Off View

Ho dato vita al mio marchio Point Off View un anno e mezzo fa e il concetto nel suo insieme era quello di fondere due mondi che mi appassionano, l’arte e la moda, creando delle collezioni esclusive limitate e collaborando con vari artisti.
Il nome deriva dal fatto che credo che ognuno di noi nasca creativo, con una propria prospettiva e un punto di vista personale. Alcuni sviluppano questa creatività, altri no. Ma a un certo punto nella vita le persone danno libero sfogo alla propria creatività. Per questo il nome del marchio contiene Off con due effe, perché nessuno può soffocare la propria creatività.

5 | Vuoi darci qualche dettaglio del progetto Yellow Like A Lemon e delle quattro esse di moda sostenibile?

Ho dato vita al progetto Yellow Like A Lemon per sensibilizzare in un modo nuovo l’industria della moda al problema della sostenibilità. Credo che il modo in cui la gente parlava di moda sostenibile fosse piuttosto noioso. La mentalità era quella di una proposta minimale e semplicistica, di indossare solo capi marroni, bianchi o neri. Come se non si potesse fare a meno di qualche cosa pur continuando ad amare il colore o a divertirsi. Il concetto era di vestirsi di giallo – un colore difficile da portare – dalla testa ai piedi per due mesi, tutto all’insegna della sostenibilità. E per far vedere che le alternative ci sono ho ideato le quattro esse della moda sostenibile: Semplificare, prodotto in modo Sostenibile, mercato Secondario, (Sharing) CondiviSione (o noleggio). Basandosi su questi 4 pilastri si può essere alla moda ma anche sostenibili.

6 | Ti consideri un’amante del design?

6 | Ti consideri un’amante del design?

Non proprio. Se mai mi considererei un’imprenditrice creativa, in quanto mi occupo di molti progetti diversi: direzione creativa, progettazione, produzione, eventi e nell’ambito di queste attività sostenibili faccio anche da modella, il tutto con un riferimento all’arte e sempre con l’intento di trasmettere un messaggio.

7 | Qual’è il tuo oggetto di design preferito? Ce ne sono nel tuo appartamento?

Viaggio molto e finora non ho avuto molto tempo per occuparmi di progettare il mio nuovo appartamento, dove mi sono trasferita solo 6 mesi fa. Ma mio padre è appassionato di design e le nostre case sono frutto di progetti molto belli. A lui piace moltissimo Vincent Van Duysen, quindi, magari solo per seguire le sue orme, direi che anche per quanto mi riguarda è uno dei designer che preferisco.

8 | Qualcuno con cui ti è piaciuto molto lavorare?

Mitchell Cooper è un buon amico e di fatto è stato il primo artista con il quale ho collaborato e il primo che mi ha fatto una specie di ritratto. Mi piace la sua energia e questo suo essere sempre super creativo e fare qualsiasi cosa sempre con grande impegno. Mi piace lavorare con lui.
Qui siamo proprio nel suo studio, dove io mi sento libera, a mio agio e creativa.

9 | C’è qualcuno in particolare con cui ti piacerebbe lavorare?

Mi piacerebbe molto lavorare con Katherine Hamnett. La ritengo una pioniera della sostenibilità nell’industria della moda, di cui si parlava dieci o quindici anni fa, quando nessuno lo riteneva importante. Non era utile per la sua azienda ma in effetti lei ha tenuto vivo il messaggio in tutti quegli anni. Ora tutti ne parlano perché fa tendenza, è una nuova strategia di marketing.

10 | C’è un ricordo significativo di New York?

Uno dei miei ricordi più belli di New York è stato il mio primo giorno alla Parsons. Prima di allora studiavo a Boston ma ero indecisa su quale strada prendere e là non ho trovato l’energia sufficiente. Quando mi sono trasferita a NYC e sono andata alla Parsons per la prima volta ho percepito immediatamente la creatività. Ognuno semplicemente aveva il proprio stile e un’idea chiara di che cosa voleva diventare e che cosa voleva fare. Quell’ambiente mi ha veramente invogliato a dare una spinta alla mia carriera e a lavorare sodo per quello che volevo fare davvero.

11 | Una passione o un hobby segreto?

11 | Una passione o un hobby segreto?

Forse è qualcosa che non ci si aspetterebbe da me, ma mi piacciono moltissimo i film polizieschi, i gialli con omicidio e le serie TV di questo genere. Mi interessano moltissimo anche le storie vere e i film storici. È quello che guardo più volentieri nel tempo libero.

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